Preghiera al mio Padre Celeste

martedì 29 maggio 2012
E così eccoci qui, Tu e io.
Fortunatamente abbiamo un buon rapporto, noi, così ora non Ti starai chiedendo "e questa chi è?"

Sai cos'è successo. È tornato il terremoto. Quello stesso terremoto che Ti avevo chiesto di far andare via. Anzi, è un terremoto nuovo, una nuova faglia dicono.

Sai che sono abbastanza coraggiosa. Mi hai visto in questi anni di campeggio tra insetti e voli alla Tarzan a 10 metri da terra. Sai anche che non ho troppa paura delle trombe d'aria, o almeno quelle che ho vissuto le ho superate abbastanza bene.
È forse per questo che la natura insiste con i terremoti? Con l'unica cosa che davvero mi terrorizza?

Sento le ambulanze passare e ho paura, tanta paura. Ho paura per i miei, per la casa che tanto abbiamo cercato e che con difficoltà paghiamo ogni mese. Ho paura per i miei gatti che non so nemmeno dove si trovano.

Fossi stata un po' più egoista avrei preso le borse già pronte e sarei partita. Per andare da Nick, da Milena, da Erica... ovunque ma non qui. E invece rimango, perché non ho il coraggio di mollare tutto.
Come potrei vivere tranquilla sapendo che i miei cari sono in balia delle scosse?

Ti prego, Padre, aiutaci. Fai durare poco queste scosse o dacci la forza di affrontarle e superarle.
Proteggici. Noi, ma anche i nostri vicini che tanto hanno paura.

So che le prove servono per renderci più forti e in questi giorni più volte mi sono chiesta se terminate le scosse io sarei tornata quella di prima o sarei rimasta sensibile come in questi giorni.
Ho capito la Tua risposta, mi impegnerò per essere una persona migliore.
Ma ora Ti prego, tendi la Tua mano e proteggici.

Proteggi chi Ti sta invocando, proteggi chi soffre, conforta le famiglie di chi non c'è più.
Per favore, proteggi anche chi non crede in Te, siamo tutti Tuoi figli e so che ci ami.

Ho dei progetti per il mio futuro e ho sempre pensato che sarei riuscita a realizzarli.
Ora invece vedo tutto così nero. O meglio, non vedo proprio nulla.

Sai che durante la prima scossa di oggi, mio padre invece di scendere è rimasto su a tenere i libri?
Gli ho detto che preferisco una casa in disordine ma un padre vivo che il contrario.
Mi ha risposto che in casa si sente sicuro. So che ha una grandissima fede in Te. Io invece non capisco se sto dubitando o se sono solo terrorizzata.

So che rispondi sempre a ogni preghiera.
So che a volte rispondi di no, altre volte non rispondi subito.
Non Ti chiedo di fare la mia volontà, ma di aiutare chi ha bisogno di Te.
Fammi sentire il Tuo amore, fammi sentire che non sono sola.

Allungherò la mia mano, ma Tu, Ti prego, allunga la Tua.
Ti voglio bene e so che andrà tutto bene, qualsiasi cosa accada.

E per favore, tieni su la mia casa.

Con fede anch'io pregherò il mio Padre in cielo,
Egli mi udrà e allor mi risponderà.
Ogni dì ringrazio il mio Padre nel ciel
per l'amore che Egli ha per me.
Le mie preghiere al fin chiuderò
nel nome di Gesù, amen.
Padre Celeste, sei davvero là?
Odi e rispondi a ogni bimbo nel pregar?
Qualcuno dice che il ciel non c'è,
ma nel pregar Lo sento attorno a me.
Padre Celeste, io ricordo già
ciò che Gesù diceva ai Suoi discepoli:
"Lasciate i bimbi venire a Me"
Padre, in preghiera, ora vengo a Te.

Puoi spezzare la nostra terra, ma non il nostro coraggio.

venerdì 25 maggio 2012

Così non ci siamo.

mercoledì 23 maggio 2012
Non mi sono mai sentita modenese, forse perché l'unico in famiglia nato a Modena è mio fratello.
Ma così non ci siamo. Modena, ti prego, rialzati.

Domenica 20 il terremoto.
Stamani una sparatoria in provincia.
Poi allarme bomba in centro storico.
Quindi sono crollati due capannoni in città.

I miei nervi, la mia testa e il mio stomaco non possono durare a lungo.

Anyway, qui i link per aiutare i miei concittadini.
» Punto di raccolta a Carpi
» Gazzetta di Modena: come aiutare
» Come aiutare a Mirandola
» 26 maggio: raccolta allo Stado Braglia

Grazie a tutti.

20 secondi

lunedì 21 maggio 2012
Bastano 20 secondi per cambiare.

In 20 secondi mi è venuta paura del buio.
In 20 secondi mi è venuta paura del silenzio.
In 20 secondi mi è venuta paura di ogni piccolo rumore.
In 20 secondi mi è venuta paura a stare sola in una stanza.
In 20 secondi mi è venuta paura per la mia famiglia e i miei gatti.

E se fino a poco tempo fa mi consideravo ultra materialista perché ogni mio singolo oggetto era essenziale, ora guardo camera mia e vedo solo un sacco di cose inutili.

Ora, più che paura del ricordo, ho paura del futuro e delle prossime scosse.
Ma almeno è uscito il sole.

#Terremoto a #Modena

Sì, ho avuto paura. Tanta.
Svegliarsi nella notte perché tutto trema non è normale. Soprattutto se la scossa non finisce più.
E ti ritrovi a pensare "perché non si ferma? smettila, ora, subito!"
Ma cosa puoi farci tu contro Madre Terra?

La nostra non è mai stata una zona di terremoti. E' vero, ci sono spesso delle scosse, ma sono di poco conto e generalmente arrivano dalle montagne. Sono quelle scosse che finiscono prima che te ne accorgi e che al massimo ti fanno commentare "poveri castelli del Ducato".

Ma quello delle 4.02 (anche se io ricordo benissimo di aver visto 3.56 sul mio orologio) è stato diverso. E' stato brutto. Angosciante. Lungo, interminabile. Nuovo. Spaventoso.

Il mio primo pensiero è stato "Tigro sul mio letto? Papà hai già aperto la porta? Che ore sono?"
Il secondo è stato più un grido "Papà che succede?!"
Il terzo è stato "se scappo devo prendere il portatile per informarmi"
Il quarto, più terra terra "devo andare in bagno, ma non voglio rimanerci secca lì"

E fate conto che il terremoto è durato "solo" 20 secondi.

Dopo la scossa ho aperto subito la finestra. Ve l'ho detto, non siamo abituati a quelle scosse.
Ho pensato subito a un disastro aereo, non so perché. E invece Twitter ha confermato la mia paura più grande: terremoto.

Perché un conto è dire che i terremoti degli altri ti toccano meno perché sono lontani ma poi quando capita a te rimani spiazzato. Un altro è rimanere spiazzato da un terremoto distruttivo in una zona a basso livello sismico.

Ma se ho avuto la sfortuna di trovarmi vicino all'epicentro, ho avuto anche la fortuna di non esserci così vicina.
V e la sua famiglia abitano proprio sopra l'epicentro della seconda grande scossa. Il terremoto le ha fatto cadere un sacco di cose, sono caduti dei libri anche in testa alla ragazza di suo fratello. E fino alle 14 di ieri non potevano rientrare in casa.
A C è venuto un infarto dallo spavento ed è subito stato ricoverato. Per fortuna è già uscito e ora lui e sua moglie sono ospiti a casa dei miei vice genitori.
A R, che abita proprio sull'epicentro della scossa delle 4, sono caduti tutti i mobili. Grazie al Cielo (sì, è proprio grazie al Cielo) non si è fatto assolutamente nulla e la casa non è in pericolo.
Anche L abita attaccato all'epicentro, ma via sms mi ha detto di stare bene e di non preoccuparmi.

E io? Io inizialmente ho reagito bene, con lucidità. O meglio, ero talmente carica di adrenalina che sono rimasta in piedi dalle 4 e senza tanti problemi.
In camera mia i quadri erano storti, le automobiline avevano preso il largo, uno scaffale si è spostato e il manichino da disegno è ruotato di 90 gradi. Poi ci sarebbero delle brutte crepe, mio padre dice di non preoccuparmi che sotto ci sono pietre grandi e legno ma oggi farò vedere al vicino di casa.

Al pomeriggio ho approfittato di un impegno di mio padre e l'ho accompagnato in Toscana.
Ne avrei approfittato volentieri per dormire un po' ma ero ancora carica di adrenalina.

Adrenalina che mi ha salutata la sera prima di andare a letto. E allora mi è venuto un attacco di panico.

Ho preparato due borse e sono andata a letto vestita. Ma continuavo a tremare e ad avere una morsa allo stomaco. E poi ero arrabbiata. Arrabbiata con mio padre e con mia madre che riuscivano ad andare a letto come se nulla fosse e a dormire beatamente per tutta la notte.
Io non sono riuscita: a mezzanotte ero già sveglia. Un dolore terribile allo stomaco, tanta tanta ansia e le gambe che mi tremavano.

Poi sono arrivate le 6 e finalmente è entrato un po' di sole in camera (sole che già se n'è andato).
E' lunedì, ricomincia la routine. Il piccolo andrà a scuola, il grande forse a lavoro, il secondo non so.
I genitori sono già di buon umore.
Io ancora tremo, ma ringrazio il Cielo di non aver sentito le scosse di stanotte (dicono che sono state fortine).
E scrivo questo post sconclusionato per svuotarmi delle mie paure, con la speranza di non doverci pensare più.

p.s. un grazie infinite alle mie amiche di Twitter che hanno sopportato i miei tweet deliranti e che mi hanno confortata in un momento così terribile. #twittamiche per davvero.

#Brindisi

sabato 19 maggio 2012
E mentre sono a letto perché l'intestino mi ha definitivamente abbandonata, leggo di Brindisi.
Bomba. Melissa. Feriti. Veronica. Facebook. Mafia. Mafia? Boh.

Solo qualche considerazione.
• Gridare alla mafia, al terrorismo o al folle penso sia una perdita di tempo, almeno finché non si saprà come sono andate effettivamente le cose. A nessuno servono le congetture.
• Annullare la Notte dei Musei per lutto mi fa una tristezza infinita. Sarebbe stato un modo per distrarsi in modo sano. Però lo sport e Amici vanno avanti tranquillamente.
• E' dovuto intervenire il Garante della Privacy per dire ai giornalisti di smettere di rubare foto dal profilo Facebook della povera Melissa. Io pensavo ci arrivassero da soli, invece ho letto coi miei occhi il commento Twitter di una giornalista che si diceva indecisa su quale foto usare.

"A scuola si dovrebbe morire solo di noia" cit.

foto @annapaolaconcia

Photo Diary

mercoledì 9 maggio 2012



E vissero per sempre felici e contenti.

giovedì 3 maggio 2012
E matrimonio fu.
Mentre vi scrivo gli sposi sono in luna di miele da qualche parte in Europa. Beati loro.

E' stato un matrimonio semplice ma curato, ricco di colpi di scena.
Come quando sono arrivata in stazione proprio mentre le altre damigelle scendevano dal treno, non ci siamo incrociate per pochi attimi e ci abbiamo messo più di venti minuti per ritrovarci.
O come quando la sposa è arrivata in chiesa e ha scoperto che lo sposo... non c'era.

Eravamo tutti dentro che ci chiedevamo che fine avesse fatto lo sposo (anche il mio ragazzo via sms: "ma ci ha ripensato? O.o"), quando mi dicono che è arrivata la sposa.
Ma come? E lui? Saranno arrivati insieme. Insieme? Ma se eravamo d'accordo che lei partiva quando lui era già qui. Mica avranno cambiato anche questo?
Esco con le altre damigelle e arrivo all'auto. Il padre scende sconsolato, la sposa è irrigidita in una nuvola bianca. E va bene, affrontiamo anche questa!
Scendono tutti dall'auto e mi ritrovo sul sedile posteriore a fare da psicologa per una sposa con l'attacco di panico. "Avrà fatto tardi, starà arrivando, tranquilla". Poi mi passano lui che è al telefono.
"Doveva squillarmi prima di partire, dille che è una puzzona!"
"Doveva essere già qui, gli spezzo le gambe!"
Evviva gli sposi!!!


Lo sposo era semplicemente rimasto bloccato nel traffico e, contrariamente a quanto pensava la sposa, nessuno lo aveva chiamato per informarlo della partenza di lei.
Così lei è stata rimandata a farsi un giro e lui è arrivato poco dopo a tutta velocità, seguito dai suoi prodi.

La cerimonia è stata semplice e carina, le musiche scelte dalla sposa erano d'effetto.
Riuscite a immaginarvi la mia bellissima amica (bella davvero, a volte da prendere a schiaffi ma comunque bella) entrare in un lunghissimo abito bianco sulle note di Only hope? Sigh.

Dopo la cerimonia è stato il momento del lancio del riso. Cioè dei petali.
Sì, perché la mia amica è africana e lanciarle il riso significava ritrovarla dopo la luna di miele coi germogli tra i capelli. Meglio evitare.
Peccato che qualcuno non abbia gradito e così mi sono ritrovata a dover calmare le polemiche.
"Ma che matrimonio è senza riso?"
"Il matrimonio della sposa che ha chiesto espressamente di non lanciarlo."
"Ma lui l'ha preso."
"Lui è il best man, sa quello che fa e comunque non lo lancerà alla sposa."
Finita qui? Macché, è bastato tirare fuori le bolle di sapone per far ripartire quella persona.
"Eh, ma il sapone è peggio del riso. Ha sentito? Non vogliono riso, ma che matrimonio è?"


Fortunatamente gli sposi sono usciti in fretta, gli invitati si sono limitati ai petali, le bolle di sapone hanno conquistato tutti e il best man ha lanciato il riso in testa allo sposo mentre la sposa era altrove.

A seguire aperitivo e subito buffet, che la sposa continuava a chiedere "ma quando si mangia?"
E allora mi sono lasciata andare. Dopo quattro mesi di stress e ansia ho deciso di meritarmi un premio e mi sono buttata sul cibo. Credo di aver mangiato qualcosa come 5 tramezzini, 4 mini panini imbottiti e 7 croissant salati. Gnam.

Contemporaneamente, nella sala accanto, i bimbi erano intenti a colorare nell'apposita Kids Area. Così loro non facevano danni e i genitori potevano chiacchierare in libertà. Missione compiuta!

La torta era buonissima, alla frutta e con la panna. Era a forma di quadrifoglio (quattro cuori) ed era stata ideata dagli sposi. Prima però una persona ha voluto che lanciassero i confetti.
I confetti. Sarà che per me, cresciuta in una famiglia di sei, lo spreco di cibo è illegale. Sarà che non è un'usanza tipicamente emiliana (ma nemmeno romagnola e veneta, a sentire gli invitati).
Fatto sta che tutti sono rimasti allibiti. Il lancio dei confetti addosso agli invitati? Ma fanno male!
Ma costano! "Ma sì, è tradizione! Lanciate! Lanciate!" Boh.
[Aggiornamento: leggo online che sì, è tradizione lanciare i confetti. Ma agli sposi insieme al riso. E comunque - immagino - non i confetti enormi e tosti.]


Poi siamo usciti nel giardino a fare le foto.
Capitolo a parte per la fotografa. Mi auguro di cuore che sia stata scelta perché in possesso di una reflex digitale e non perché aspirante a tale titolo. Mi spiego. Scattava una foto e subito la guardava. Foto riuscita? Ok, finito il momento foto. Foto non riuscita? Subito da eliminare e da rifare. What?!?
E continuava a guardarmi come se fossi un'ignorante di categoria, rispondendomi allo stesso modo.
"Fai una foto agli invitati tutti fuori dalla chiesa con il fiato sospeso?"
"Ma figurati."
"Ci fai una foto da dietro per mostrare gli abiti?"
"E che foto sarebbe?"
"Mi farai avere una copia delle foto?"
"A che ti servono? Tuo padre ha già fatto il video."
Però amava i nostri bouquet, eccome se li amava. Altrimenti perché continuare a scattare assurdi primi piani ai nostri fiori, tra l'altro nelle pose più strane? Credo abbia fotografato solo quello.
Bah.

Alla fine è arrivato il momento del ballo, ma io stavo dormendo in piedi e così dopo il primo degli sposi me ne sono tornata a casa. Ormai avevo assolto i miei doveri di wedding planner/psicologa/damigella/amica, meritavo un po' di riposo!

Una volta rientrata alla base ho realizzato che:
» non avevo versato nemmeno una lacrima
» avevo l'abito ancora bagnato dalle bolle di sapone
» più di una persona aveva commentato dicendo "questo sì che è un bel matrimonio"
» molto probabilmente non avrei più rivisto la mia amica fino ad agosto


Parlando domenica con la madre ho anche scoperto che l'ansia che la sposa aveva nell'ultimo mese non era tanto legato al matrimonio, quanto alla paura di perdere tutti gli amici che ha lasciato qui. Il suo incubo più grande è sempre stato quello di essere dimenticata e considerando che ora si trasferirà in Sicilia, non è una paura da poco.

Io da parte mia ho già iniziato a sentire nostalgia.
Non andrò più a prenderla sotto casa, non riceverò più sue telefonate con richieste di hackerare la sua email perché non ricorda la password, non la sentirò più dire "sto sudando come un pesce sott'acqua".

Ma tanto tra poco toccherà a me cambiare regione. E allora smetto di scrivere questo post che altrimenti davvero mi sale l'angoscia.

Riprendo fiato e ricomincio.

mercoledì 2 maggio 2012
E così rieccomi qui.
Sopravvissuta al matrimonio, sopravvissuta al week end col mio ometto.

Dopo aver passato quattro mesi concentrata esclusivamente sul matrimonio, mi sono ritrovata venerdì mattina a dover ristabilire le mie priorità. Università, nuovi eventi, argomenti da approfondire.

Ieri mattina ho fatto anche una pazzia: ho inviato il mio cv a un'azienda. #fingercross

Nel pomeriggio sono andata invece all'Archivio di Stato che per l'occasione aveva organizzato una visita guidata nel laboratorio di restauro.
Avete presente Bones? Lavora al Jeffersonian circondata da antichità e analizza le ossa man mano che gliele sottopongono per i motivi più disparati. Ecco, la restauratrice di ieri lavora esattamente così. Fantastico.
Per restaurare un libro poco rovinato ci vogliono fino a 15 giorni. Perché probabilmente non lo sapete, ma in questa zona, intorno al 1400 (ma non vorrei dire sciocchezze), usavano carte già scritte per "imbottire" le copertine dei libri. Così le restauratrici dell'Archivio (tutte donne, oh yeah) hanno trovato scritti originali della Divina Commedia e del Canzoniere di Petrarca infilati nei libri.
Un documento l'hanno estratto ieri durante la visita. E' stato emozionante!
Però ecco, io non potrei mai fare quel lavoro. Troppo lento, troppo preciso.
Mi stancherei in cinque minuti.

Comunque ora sono qui. Mia's back.
Il post sul matrimonio è tra le bozze. Scrivo man mano che metabolizzo (sono nella fase "argh, la mia amica si è sposata, è diventata grande, si è trasferita, non la rivedrò mai più, è la fine del mondoooo").

Riprendo fiato e ricomincio.
Stasera ho una riunione, domani un'altra.
Venerdì sono ospite al solito corso di genealogia per parlare di Photoshop.
Sabato torna il biondo.

Ce la posso fare.

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foto ropeyogawithcarrie.com