Altro che Backstreet Boys, altro che Spice Girls.
Io crescevo ad Abba e Quartetto Cetra.
Quartetto Cetra. Sapevo tutte le loro canzoni a memoria.
Musetto. La cantavo sempre in coppia con mio fratello.
La Signora del Leon? Mi divertivo tanto a recitarla.
A mio papà faceva commuovere Bambino Mio.
E io sognavo tanto di recitare Ma Mi Voleva Bene.
Addio a Savona, voce garbata dei Cetra
ROMA (29 agosto) - Era decisamente un’altra Italia quella di Virgilio Savona, raffinato animatore musicale, mente e inventore di un gruppo vocale che ha davvero fatto epoca, il Quartetto Cetra, impareggiabile formazione capace di mettere insieme stile, leggerezza, intelligenza, ironia, gusto e popolarità. Aveva 89 anni, Savona, e se ne è andato l’altra notte nel letto di una clinica milanese, dove era da tempo ricoverato perchè malato di Parkinson, portando via con sè i ricordi di una carriera cominciata negli anni Quaranta sulla scia dell’ammirazione per le formazioni vocali americane (i Mills Brothers su tutti), capace di lasciare il suo segno dalla radio, al teatro, alla televisione con un successo enorme ma senza mai dimenticare la lezione del garbo e della qualità.
Negli anni Cinquanta e Sessanta i Cetra furono dei veri mattatori televisivi, protagonisti degli show di varietà con le loro canzoni e le loro garbate parodie (memorabile la Biblioteca di Studio Uno, dove i grandi classici della letteratura come Il conte di Montecristo o I tre moschettieri, venivano musicati ricorrendo a successi popolari).Un’altra Italia e un’altra tv di cui resta ben poco. Quanto ai Cetra, oggi restasolo Lucia Mannucci la voce femminile, intonatissima e duttile, che ha 87 anni e fino all’ultimo è rimasta accanto al marito.
Gli altri se ne sono andati da tempo: nel ’90 Felice Chiusano e nell’88 Tata Giacobetti, altra colonna del gruppo, partner di Savona come autore dei testi dei principali successi del gruppo, il cui songbook ha centinaia di titoli: da Aveva un bavero (che prese parte al Sanremo del ’54) a In un palco della Scala, a Un disco dei Platters, a Che centrattacco, alla rivisitazione di Nella vecchia fattoria (adattamento italiano della canzone popolare americana “Old McDonald” con i quattro a divertirsi a fare le voci di tutti gli animali), a Vecchia America (di Lelio Luttazzi), a Un bacio a mezzanotte (con musica di Gorni Kramer), a I ricordi della sera, a Però mi vuole bene (saggio di humor nero)oltre alla lunga lista di canzoni sceneggiate e parodiate che divennero la vera specialità del gruppo (per esempio Musetto di Modugno).
I Cetra erano nati negli anni della guerra (primo battesimo come Quartetto Ritmno), figli dell’Eiar e di quel filone musicale sottilmente swing che, nonostante le autarchie di regime, amava la musica americana e soprattutto il jazz (della stessa genia fanno parte i vari Natalino Otto, Alberto Rabagliati, Ernesto Bonino). Dal ’41 al ’47 la formazione fu tutta al maschile con Enrico De Angelis come quarta voce a cui, poi, subentrò proprio Lucia Mannuncci, nel frattempo diventata moglie di Savona, che del quartetto era l’anima più evoluta musicalmente (curava lui gli arrangiamenti e le strumentazioni), per i suoi studi (pianoforte a Santa Cecilia) e per i suoi interessi. Un gustoritmico che si univa a uno spiccato senso melodico temprato dalla forte vena ironica, una miscela che contribuì decisamente a fare dei Cetra una voce particolare nell’ambio della musica popolare italiana, contribuendo a rinnovarla e a farla uscire dalle secche della retorica.
Savona, però, non è stato solo i Cetra, nella sua carriera ha spaziato dal cabaret, al jazz, alla canzone per i bambini, è stato autore di programmi radiofonici e televisivi, spettacoli teatrali e film, arrangiatore, produttore, e negli anni ’70 cominciòa produrre dischi molto critici, dai titoli per la collana I dischi dello Zodiaco a Sexus e politica con Giorgio Gaber. L’ultima sua apparizione discografica è di un paio di anni fa con un delizioso album intitolato Capricci, fatto di registrazioni casalinghe. Nel 2004 il Tenco gli dedicò la sua Rassegna della canzone d’autore con tutti gli ospiti che cantarono le sue canzoni finite, poi, in un piacevolissimo disco intitolato Seguendo Virgilio, ultima testimonianza di un grande talento.