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martedì 24 novembre 2009
Un tempo ci adoravamo ed eravamo quasi inseparabili.
Ci divertivamo ad organizzare le feste di halloween a casa mia, che però ogni anno cambiavano tema e diventavano feste hippie o texane.

Ci siamo conosciute in prima superiore. Eri una delle poche che veniva da modena.
Eri diventata molto amica di R, ragazza che nessuno conosceva perchè dopo il primo giorno di scuola era partita per le canarie.
Hai sorpreso tutti quando ci hai detto che R sarebbe tornata lunedì e che te lo aveva detto via sms.

I primi due anni eravamo una bella squadra: tu e R, io e V.
Compagne di banco e combina guai.
Io e V semplici e composte, tu e R trasgressive e ribelli.

Le prof non facevano altro che sgridarti perchè eri una chiacchierona che non riusciva mai a trattenersi. Ma facevi tanto ridere con la tua ingenuità e la tua semplicità.
E anche i prof ridevano senza farsi vedere.

Il terzo anno ci siamo divise. V è andata ad architettura mentre tu e R eravate con me in grafica, ma nella sezione matta, la Q.
Quindi ci vedevamo per lettere, matematica e inglese mentre durante i laboratori voi vi separavate per formare la Q.

Quell'anno, per non rimanere sola, mi sono fatta una nuova amica.
La vedevo così simile a me, così timida e impacciata.
Siamo diventate inseparabile e in questo modo abbiamo riformato il gruppo: io e P, tu e R.

Amavamo l'aula 205, così grande e così luminosa.
I banchi erano grandi tavolate e così noi quattro eravamo sempre insieme.

P però ha iniziato a dare problemi.
Parlava durante la lezione, scarabocchiava il banco, mi faceva domande che cercavo di ignorare e alla fine, quando la prof la beccava, faceva ricadere tutta la colpa su di me.

Non ne potevo più e piano piano ho iniziato a sfogarmi con te.
Ti raccontavo di quanto fosse ingiusto, ti raccontavo che il mio sesto senso sull'amicizia non aveva mai fatto cilecca e quindi non riuscivo a capire come potevo aver desiderato tanto di diventare amica di una persona così.
Tu mi facevi coraggio, mi difendevi, mi sostenevi.
E insieme non vedevamo l'ora fosse l'intervallo per poterci rivedere e parlare insieme.

Nella primavera di quello stesso anno scolastico, però, le cose sono cambiate.
Siamo andati in gita a praga e già a salisburgo P ha iniziato a diventare più pesante.
Io correvo subito da te scoraggiata e tu mi sorprendevi ogni volta rispondendomi che non vedevi niente di male in quello che lei mi faceva e che anzi, il problema ero io.

Ci sono rimasta davvero male quella volta.
Non sapevo cosa fare, anche perchè io te e P eravamo diventare così amiche che avevamo deciso di fare la camera insieme.

Ricordo lo smarrimento di quelle ore, in piazza a salisburgo.
Poi per fortuna ho visto R e sono corsa da lei.
Mi ha ascoltata, mi ha consolata e mi ha fatto coraggio.

Ma era solo lunedì e avrei dovuto passare tutta la settimana in camera con te e con P.

R lo sa, è stata la gita più difficile della mia vita.
Non c'era più rispetto tra di noi e visto che tu eri con P e io ero da sola, voi ne approfittavate contro di me.
Ammetto che qualche sera mi sono finta stanca e sono andata a letto prima per cercare di capire che intenzioni avevate, ma ogni volta voi bisbigliavate troppo piano.

Poi non so.. ho anche dei ricordi buoni di quella settimana, ma forse perchè eravamo solo all'inizio e quindi il nostro amore d'amore e odio era molto alternato.

Una volta tornate però tutto è cambiato.
Tu e P da una parte, io e R dall'altra.
E' iniziata una competizione, a volte sembrava che voi studiaste apposta solo per farci dispetto prendendo un voto più alto.
Non venivate più in gita, facevate solo comunella tra di voi.
I dispetti erano tanti e tu hai iniziato la tua trasformazione.

Hai iniziato a curarti, ad andare in palestra, a fare la dieta.. sei dimagrita un sacco.
Hai iniziato ad abbracciare tutti quegli stili di vita che prima criticavi tanto, abbigliamento compreso.

Il tuo stile hippie e libero, i tuoi adorati pantaloni larghissimi.. tutto eliminato per far spazio a megliettine e a hot pants da velina.

Io e R eravamo preoccupate, arrabbiate, esasperate, innervosite.. certo, sapevi benissimo come provocare gli altri e ferirli.
E anche noi non siamo state da meno.

Però sorridevamo pensando che sotto sotto eri sempre tu.
Solo tu eri in grado di digiunare perchè andavi in palestra e quindi di preferire una merenda abbondante con tre kinder bueno!!

Perchè io e R lo sapevamo qual era il problema.
P.
Una persona così sgradevole che in poco tempo era riuscita a seminare zizzania, a portarti via da noi e a dirti un sacco di cose false.
A stare con lei hai iniziato anche tu e quindi ci siamo divise.

P.
Odiavo così tanto i prof quando ci facevano notare quanto eravamo simili.
Odiavo ancora di più quando ci chiedevano se eravamo parenti.
Lei stava sempre zitta mentre io, forse con un pò troppa esasperazione, precisavo all'istante che non avevamo niente in comune.

Ecco perchè ho smesso di farmi la riga in mezzo.
Ecco perchè venivo sempre a scuola coi capelli raccolti.
Ecco perchè ho cambiato zaino, amicizie, modo di vestirmi.

Io non volevo avere niente a che fare con lei.
Io non avrei mai potuto allontanare una ragazza dalle sue amiche raccontando in giro un sacco di menzogne.

E' stato brutto vederti andare via.
Ed era brutto pensare "Lei e P quest'anno non vengono in gita? Oh meno male.."

All'inizio di ogni anno però tornavi a salutarmi amica come prima.
Mi coglievi sempre impreparata perchè non me l'aspettavo mai e ogni volta non sapevo se sorriderti e abbracciarti come se niente fosse o se stare sul chi va là aspettandomi qualche sferzata.
Che purtroppo arrivava regolarmente.

Poi siamo arrivati verso la fine delle superiori.
Tu hai iniziato ad avere un rapporto diverso con una delle nostre prof, la più "cattiva".
R mi chiedeva spesso se avevi intenzione di fare la cocchina, giusto per provocarci un altro pò, ma io cercavo sempre di ascoltare quello che vi dicevate.
Parlavate fitto fitto ma ricordo benissimo di aver sentito la prof dirti "Stai vicino a tua madre. Ne ha bisogno".

Cos'era successo? Problemi col lavoro? Con la famiglia?
Un'altra volta ricordo di aver sentito qualcosa in merito a tuo padre.
Se n'era andato? Vi aveva lasciate? Aveva tradito tua madre?
Impossibile, un uomo così meraviglioso. Mi piaceva tanto!!

Poi non ricordo cos'altro ho sentito, ma ricordo benissimo di aver pensato ad un incidente.
Tuo padre aveva avuto un grave incidente e tua madre aveva bisogno di aiuto.

Da allora ho sempre cercato di non provocarti più, di smettere la nostra inutile guerra.
Se non ci sopportavamo bastava fare le indifferenti, senza per forza infastidirci.

Così è finita la scuola. Con civilità ma senza provocazione.
E con P che si era scelta gli occhiali con la mia stessa montatura e che si era comprata un'agenda identica alla mia.

Il tempo è passato e nel frattempo ci sono state due cene di classe.
Non sono mai venuta alle cene, neanche durante l'anno.
Sono passata però per la seconda, giusto per salutare.

Avevo il terrore che tutto fosse cambiato, che con R le cose non fossero più come prima e invece no, empatiche-telepatiche-bionde-socie come se niente fosse successo.

Una cosa però mi ha stupito: R prima di arrivare al ristorante è passata a prendere P.
Le ho chiesto spiegazioni e dalla sua risposta ho capito che forse qualcosa era cambiato: lei, R, era cresciuta, era andata avanti ed aveva perdonato.
Io no.

Tu non c'eri invece a quella cena, avevi dato buca all'ultimo momento.
E' stato un peccato, ti avrei rivista volentieri.

E arriviamo a ieri.
Mi sei venuta in mente tu, non so neanche come.
So solo che, come spesso mi capita ultimamente, ho deciso di cercare in internet per vedere se trovavo tue notizie.
Poi mi è venuto in mente tuo padre e ho cercato anche lui.

Ho scoperto che nel 2004 ha avuto un brutto incidente.
E' caduto in un burrone, come è successo ai miei fratelli nel 1999. Ma mentre loro sono stati miracolati, tuo padre è stato sfortunato e ha avuto serie conseguenze sulla colonna vertebrale.
Non so altro, i tg non hanno detto di più, ma ricordando le cose che ho ascoltato mentre parlavi con la prof, posso immaginare.

Ma c'è dell'altro che mi fa molto più male.
Continuando a cercare notizie sull'incidente di tuo padre, ho trovato un altro articolo del 2008.
Un articolo sul suo funerale.

Dove ero io mentre tu vivevi tutto questo?
Dov'eri mentre tu avevi bisogno di sostegno?
Vivevo così fuori dal mondo da non sapere neanche le notizie locali?

Sì è vero, io e te continuavamo a stuzzicarci e a non sopportarci, ma era un buon motivo per non venire da te a chiederti come stavi?

Poi magari sono appunto io, sono l'ultima arrivata.
Magari R sa già tutto e anche il resto della classe.

Ma rimane il rimpianto di non aver potuto fare prima qualcosa che ora è troppo tardi fare.

Ti ho mandato un sms. Rispondimi.

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