Caso Hiv/

mercoledì 12 dicembre 2007
Caso Hiv/ Infettò la sua compagna, condannato a quattro mesi di reclusione. Ma lei lo perdona. Il legale: "Manca una norma e i giudici sono costretti a condanne-escamotage"
Mercoledí 12.12.2007 15:13
di Fabio Massa

Un contagio da Hiv? Sono "lesioni lievi", per il Tribunale di Milano. Così, una storia dolorosissima si fa spia di un buco legislativo enorme. Una storia di amore e morte, di malattia e legge. La vicenda ha inizio nel 2005, quando una donna - parte offesa nel procedimento penale che è arrivato a sentenza oggi a Palazzo di Giustizia - scopre di essere affetta da Hiv. Il suo compagno è ammalato di Aids da nove anni. Il mondo le crolla addosso. Quel test per l'Hiv gliel'avevano consigliato i carabinieri, ai quali il suo uomo si era autodenunciato dopo la morte della precedente compagna, anche lei ammalata di Aids.

Per il Tribunale di Milano la nuova compagna l'avrebbe infettata lui. E il giudice della settima sezione penale Aurelio Barazzetta l'ha condannato a quattro mesi di reclusione. Una pena ridottissima, praticamente irrisoria, frutto della derubricazione dell'accusa da lesioni gravissime a lesioni lievi. Una sentenza che ha dimostrato, nell'aula di Palazzo di Giustizia, come a volte l'amore resiste alla legge. La donna, infatti, parte offesa, ha atteso la sentenza abbracciata a lui, il suo carnefice. L'ha perdonato, i due stanno ancora insieme, non si è costituita parte civile ed è tornata a casa con lui (che usufruisce della condizionale e dello sconto per il rito abbreviato).


continua..

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