Donna seviziata ancora in coma. Fini contro Amato, e' polemica

giovedì 1 novembre 2007
Roma 1 novembre 2007

La Polizia a Tor di Quinto Intervista a Gianfranco Fini sull'emergenza sicurezza
Chiavi criminalità~ cronaca~ politica italiana'Flebile attività cerebrale". Giovanna Reggiani, 47 anni, la donna rapita e seviziata l'altro ieri sera da un romeno nella capitale, è ancora in vita. L'episodio ha scatenato una serie di reazioni politiche, soprattutto dopo l'approvazione con decreto, e non per via parlamentare, del pacchetto sicurezza, decisa dal governo nella serata di ieri.

Dalle 5 sono in corso controlli da parte della polizia nel campo rom di Tor di Quinto a Roma e negli insediamenti abusivi della zona lungo il Tevere. Molte di queste baraccopoli saranno demolite nei prossimi giorni.

"Quello che dovevamo fare abbiamo fatto e continueremo seriamente a vigilare", ha detto il premier Romano Prodi a Bologna, rilevando che quello della sicurezza "è un problema che non coinvolge solo l'Italia".

"Il governo si dovrebbe vergognare. Il giorno prima in tv il ministro Amato aveva detto che il decreto non era necessario. Poi dopo la tragedia della signora Reggiani il governo ha fatto il decreto. Meglio tardi che mai", ha detto, invece, il leader di An Gianfranco Fini, questa mattina alla stazione di Tor di Quinto, dove la donna è stata aggredita.

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato si è detto "sorpreso ed amareggiato che un uomo di Governo come Gianfranco Fini sia andato nel luogo del delitto a sollevare emozioni contro di me e contro il Governo in una giornata come questa".

"Da un uomo di Governo, che tra l'altro si è trovato a gestire l'ingresso della Romania nella Ue in una fase decisiva non me lo sarei aspettato".

"Di tutto abbiamo bisogno tranne che dividerci davanti alle tragedie. An dia il suo contributo in parlamento a una rapida approvazione del decreto e dell'intero insieme di norme sulla sicurezza".

Benedetto XVI: il popolo italiano non perda convivenza civile "Incoraggio il popolo italiano a seguire sempre i loro esempi conservando i valori evangelici, per tenere alto il profilo morale della convivenza civile", ha detto il Papa al termine della preghiera dell'Angelus, rivolgendo il suo "saluto cordiale ai pellegrini di lingua italiana". Un incoraggiamento pronunciato "pensando alla schiera innumerevole di Santi e Sante che sono nati ed hanno vissuto in questa terra".

Al telefono
Il premier romeno Calin Popescu Tariceanu ha avuto un colloquio telefonico con Romano Prodi, ieri sera, per varare al più presto misure per contrastare i reati commessi da cittadini romeni. Tariceanu ha anche informato Prodi di aver deciso di inviare urgentemente a Roma un gruppo di esperti romeni che collaboreranno con le autorita' italiane nelle indagini.

"Un orrore"
Walter Veltroni, sindaco di Roma e neosegretario el Pd, non trova altre parole per commentare la tragedia di Giovanna Reggiani Poi però parla di "un intervento straordinario, d'emergenza. Non si può girare intorno al problema, è una grande questione nazionale che riguarda tutte le grandi città".

Una questione che Veltroni vorrebbe al riparo dalle consuete polemiche politiche: "La sicurezza - spiega a Repubblica - è una materia sulla quale non ci dovrebbero essere strumentalizzazioni né distinguo politici. Gli stessi problemi li hanno città amministrate da coalizioni diverse, problemi che derivano da leggi approvate da chi magari oggi fa polemica". Per questo, aggiunge, "rivolgo un appello a tutte le forza politiche perché contribuiscano tutte insieme, in Parlamento, a rendere piu' sicure le nostre citta'".

Non rinuncia, il segretario del Pd, ad una critica al governo Prodi: "Quando si decise l'allargamento nel 2001 - ricorda - molti Paesi, tra cui Gran Bretagna, Austria, Olanda e Spagna, adottarono la moratoria per limitare e controllare l'accesso dei romeni e dei bulgari che dal primo gennaio 2007 avrebbero potuto circolare liberamente nell'Ue. Non l'ha fatto il governo di centrodestra di allora e non l'ha fatto, l'anno scorso, neppure l'attuale. Il risultato e' sotto gli occhi di tutti". Sostiene Veltroni che l'immigrazione sta cambiando carattere: "C'e' tanta gente per bene" e, nello stesso tempo, "migliaia di individui che vengono solo per delinquere con un'efferatezza senza precedenti". Per questo, conclude, bisogna porre la questione in sede europea: "Se si sta in Europa bisogna starci a certe regole".

La CdL: Veltroni se ne vada
Proprio il leader del Partito democratico e sindaco di Roma è chiamato in causa dall'opposizione di centrodestra. Lega Nord e Forza Italia ne chiedono le dimissioni, primo tra tutti Roberto Calderoli che gli attribuisce "lacrime di coccodrillo" e che aggiunge: "La responsabilità di quanto sta accadendo nelle nostre citta' e' di questa maggioranza e di questo governo". Gianfranco Fini chiede che agli italiani vengano "risparmiate parole indignate quanto ipocrite" e propone che si adottino subito le misure necessarie per la "demolizione delle baraccopoli abusive e l'espulsione dei clandestini privi di fonte certa di sostentamento".

Il portavoce di An Andrea Ronchi ha invitato il governo a rispondere immediatamente il Parlamento sull'accaduto. Sempre per An Gianni Alemanno ha invitato polemicamente Veltroni ad "occuparsi della sicurezza della citta', piuttosto che dei giochi di potere nel suo nuovo partito". Lo stesso partito ha convocato una inedita conferenza stampa nel luogo dove Giovanna Reggiani è stata violentata.

Per Isabella Bertolini (Fi), "le dichiarazioni di Veltroni sono patetiche e vergognose: insieme a Prodi dovrebbe ammettere la sua incapacita' di assicurare l'incolumità dei cittadini. La sua assenza sui problemi della Capitale è incompatibile con il mandato di sindaco". Antonio Tajani, presidente degli eurodeputati di Fi, accusa il governo Prodi di inefficienza anche burocratica: non avrebbe recepito la direttiva Ue sulla limitazione dell'immigrazione interna per banali "errori tecnici" contenuto nel decreto.

La cronaca
Martedì sera Giovanna Reggiani, moglie del capitano di Vascello della Marina Militare Giovanni Gumiero, comandante delle Forze di Contromisure Mine a La Spezia, era scesa dal trenino Roma-Viterbo alla stazione ferroviaria di Tor di Quinto: viene aggredita e il suo corpo esanime è abbandonato in un fossato nelle campagne che circondano la stazione in via di Camposampiero, non lontano dall'accampamento rom dove vive l'uomo arrestato.

La sera stessa la polizia ha fermato un ragazzo romeno di 24 anni, il suo nome dovrebbe essere Moilat Romulus Nicolae, anche se la comparazione delle sue impronte digitali potrebbe rivelare una diversa identità. L'uomo, che non ha precedenti penali in Italia, ma che avrebbe alcune pendenze per furto in Romania, era arrivato da qualche mese e aveva scelto di vivere nelle baracche del campo rom abusivo della zona.

A dare l'allarme della brutale aggressione che il sindaco di Roma ha definito come "un vero e autentico orrore", è stata una donna rom, forse addirittura parente del giovane arrestato, diventata una testimone importante per la ricostruzione della vicenda. Sara' probabilmente ascoltata venerdì dagli inquirenti.

La donna ha raccontato alla polizia di aver visto un uomo allontanarsi "in un campo con una donna sulle spalle come se fosse svenuta". E grazie alle sue indicazioni la polizia ha trovato prima il corpo nel fossato, poi la baracca dove il romeno ha trascinato Giovanna Reggiani. All'interno dell'alloggio fatiscente fatto di lamiere e cartoni, la polizia ha trovato la borsa della vittima con dentro ancora gli scontrini delle compere effettuate in alcuni negozi del centro di Roma.

Una difesa disperata
"Giovanna Reggiani si è difesa dal suo aggressore con tutte le forze che aveva". Lo ha spiegato il capo della squadra mobile romana, Vittorio Rizzi, sottolineando che al momento dell'arrestato, Nicolae Romulus Mailat, è stato trovato con il volto sanguinante e con numerosi graffi sulla schiena. Rizzi ha poi detto che l'uomo è stato sottoposto ad una visita medico-legale, "ma i risultati - ha aggiunto - saranno racchiusi in una relazione del medico che, forse domani, sarà consegnata in procura". Il capo della mobile ha poi confermato che la testimone ora si trova in una località protetta: "La prassi successiva sarà stabilita dalla magistratura", ha concluso.

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