«Non volevo suicidarmi, denuncio l'hotel»

martedì 30 ottobre 2007
ormai tra giornalisti affamati di notizia e le "vittime" che tentano il tutto e per tutto per sopprimere le notizie scomode, non si sa più dove finisce la verità e dove inizia la storiella..
ai posteri l'ardua sentenza..

K.


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La «verità» della cantante: la direzione dell'albergo mi ha fatto passare per una squilibrata
Loredana Bertè: troppo chiasso, la colpa è anche di mia sorella

MILANO — «Mai pensato di suicidarmi, volevo solo dormire e non lasciare la stanza perché ero stanca e mi faceva male la schiena». All'indomani della turbolenta giornata in un hotel romano con intervento di ambulanza, vigili del fuoco e polizia, nonché della sorella Leda e dell'amico di sempre Renato Zero, Loredana Bertè contesta in toto la ricostruzione dei fatti come descritta dai media. E ha già avanzato attraverso il suo legale Annamaria Bernardini De Pace una richiesta di risarcimento all'hotel che la ospitava per il danno creato dall' atteggiamento della direzione dell'albergo, decisa a far abbandonare alla Bertè la sua stanza («perché chiamare i vigili del fuoco e buttar giù la porta quando bastava usare il passe-partout?»).

«Avevo avuto una giornata difficile — racconta Loredana —, perché non ero riuscita a incontrare Pippo Baudo cui volevo sottoporre una canzone per Sanremo. Anche la nottata era stata senza pace: la stanza, decisamente troppo piccola, era ingombra di vestiti e cappelli che mi erano stati dati in visione da uno stilista. Inoltre ero impedita da decine di giganteschi pupazzi di pelouche che volevo regalare a dei bambini malati. Così ho comunicato alla reception che non intendevo lasciare la stanza a mezzogiorno come richiesto e mi sono messa a dormire. A questo punto è incominciata una sorta di martellamento. Prima hanno bussato, poi hanno telefonato. Il direttore in persona mi ordinava di sgombrare. A un certo momento è comparsa strillando davanti alla porta una mia sorella maggiore, Leda, che io non vedo da decenni, ma credo interessata a farsi pubblicità per un libro che ha scritto, senza alcuna competenza, su mia sorella Mimì. «Quando i pompieri hanno sfondato la porta sono arrivati due ispettori di polizia i quali mi hanno trovato tranquilla a letto: cercavo di dormire. Hanno immediatamente capito la situazione salvandomi da un contesto degno di "Scherzi a parte. «Nel giro di alcune ore davanti alla mia porta c'era una corte dei miracoli che includeva, oltra a mia sorella, Renato Zero, anche quell'Elia Faustini che doveva organizzare 15 concerti miei quest'estate e dopo 5 concerti è sparito anche con le scenografie di mia proprietà». Certo non è rilassata Loredana Bertè che nella serata di ieri era già rientrata a Milano. «La direzione dell'hotel mi ha fatto passare per matta e aspirante suicida. Non è una bella cosa».

La sorella che strillava era per Loredana l'aspetto più pittoresco della scena. «Non so come sia arrivata. So che poi ha insultato due giornalisti accusandoli di usare me per fare del giornalismo scandalistico». Loredana vuol dimenticare al più presto l'accaduto ed è concentrata sul prossimo Festival di Sanremo. «Spero di gareggiare con una vecchia canzone inedita di Alberto Radius e portarmi a casa il premio della critica che ha il nome di mia sorella Mimì. Il pezzo si chiama "Musica e parole", una canzone degna di Dylan, ricca di riferimenti biblici, quasi una lezione di catechismo ». E adesso? «Sono preoccupata per quel che Baudo può pensare di me. In quattro giorni non ha trovato 5 minuti per ricevermi». Loredana poi ha parole dure verso le sorelle Olivia e Leda, che a suo dire, si ostinerebbero a imporre la loro presenza accanto a lei e a usare il cognome da nubili. La Bertè ha venduto una casa milanese per finanziarsi il disco. E' preoccupata per un'altra casa che sta allestendo, «un cantiere aperto da un anno».

Poi è angosciata perché — sostiene — l'impresario dell' estate non avrebbe pagato né lei, né la band. Insomma la sua vita è un continuo contrattempo che finisce in genere al commissariato o dall'avvocato. «Ora ho le idee chiare — conclude Loredana —. Visto che non esistono più impresari seri disposti a farmi lavorare canterò solo nelle case durante feste privat e. Magari in giardino Quand'è il tuo compleanno? ».

Mario Luzzatto Fegiz
30 ottobre 2007

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