Mi presento, sono Key, amica di Mia.
Siccome lei sarà assente per un pò, ha chiesto a me di tenere aggiornato il suo blog, almeno per quanto riguarda le notizie. E così eccomi qui ^_^
Devo ancora capire come funzionano molte cose qui su blogger, ma ce la metterò tutta.
K.
Notizia del 23 ottobre 2007 - 14:30
Circonvenzione d'incapace
Si indaga sul testamento americano di Pavarotti, quello a favore di Nicoletta. Al momento della firma il tenore poteva non essere in grado di intendere e volere. Il notaio Buonanno: «Puo prevalere il testamento olografo»
Brutte parole: circonvenzione d'incapace. La vicenda che riguarda il testamento di Luciano Pavarotti sta diventando una telenovela di pessimo gusto. Non c'è pace per il Maestro, per le sue tre figlie e per Nicoletta. La procura di Pesaro sta indagando su quello che è stato ribattezzato "il testamento americano", che il tenore avrebbe firmato il 29 luglio scorso proprio a Pesaro, e aprirà un fascicolo di indagine a carico di ignoti per l'ipotesi di reato di circonvenzione di incapace, procedibile d'ufficio. Oggetto degli accertamenti, le condizioni psico-fisiche di Big Luciano, già molto malato nel momento in cui firmò l'atto che assegnava tutti i beni mobili e immobili americani alla seconda moglie Nicoletta, a condizione che venissero conferiti in un trust.
La situazione non promette nulla di buono per la Mantovani. Soprattutto se a questa notizia si aggiunge qualche altro elemento. L'intervista rilasciata a La Stampa, per esempio, il 12 settembre scorso dall'amica di Pavarotti, Lidia La Marca, la quale sosteneva che Luciano, già costretto a letto dalla malattia, le avesse detto testuali parole: «Nicoletta pensa soltanto ai soldi, arriva sempre con documenti da firmare, mi isola».
Non solo. Il notaio pesarese Luciano Buonanno, estensore del testamento Pavarotti, il 3 ottobre dichiarò alle testate Qn e Diva e Donna che «il testamento era già stato tutto scritto dagli avvocati» quando gli arrivò in mano e nonostante il suo disaccordo su vari punti, gli fu imposto di «non modificare nulla». Buonanno raccontò anche di non essersi rassegnato così e di aver posto varie domande a Pavarotti sulla natura dei beni statunitensi, ma a un certo punto «intervenne il legale, affermando che il valore degli immobili si aggirava attorno ai 100mila dollari. All'affermazione dell'avvocato - disse sempre Buonanno - il Maestro strabuzzò gli occhi dicendo "io credo molto di più"». Il professionista pesarese ha sempre nutrito dubbi sul trust, già predisposto da mesi e autenticato pochi giorni prima della morte del tenore.
La procura intanto probabilmente sentirà anche medici e infermieri che avevano in cura Big Luciano, per capire se fosse realmente nelle condizioni di comprendere quel che stava firmando. Anche perché, come mostrato al TG1 il 3 ottobre scorso, esiste un testamento scritto a mano da Pavarotti che risale al 4 dicembre 2006 (e precede quindi i due notarili aperti alla sua morte), ed era pro-figlie.
E proprio su quest'ultimo è ancora il notaio Buonanno, in un'intervista a Diva e Donna, a fare una rivelazione professionale: «Il testamento olografo del dicembre scorso, che favoriva le figlie, formalmente vale quanto gli altri. E ora loro potrebbero chiedere di farlo prevalere» Sebbene, infatti, di solito i testamenti più recenti soppiantino quelli precedenti, ciò «non è sempre vero - dice Buonanno - perché un avvocato può attivare una causa e dimostrare che uno, seppur precedente, può prevalere sugli altri. Tutti e tre i testamenti sono formalmente validi. Gli avvocati delle tre figlie potrebbero avere motivi e forse argomenti per far valere quello olografo. Non voglio mettere la pulce nell'orecchio a nessuno. Ma il diritto è opinabile. E va interpretato». Soprattutto se, come nel caso in questione, «è impossibile non notare che c'è un cambiamento totale di intenzione tra il testamento olografo e i due pubblici successivi». Quelli favorevoli a Nicoletta. (Libero News)
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