Rapina in villa, bimba di 8 anni dà scacco ai ladri

lunedì 24 settembre 2007
MILANO (23 settembre) - Quattro ladri armati di pistola e con le facce coperte di nero. Una bambina di otto anni, spaventata, accanto alla mamma e al papà legati dai rapinatori che avevano fatto irruzione in casa e che minacciavano la loro vita: «Fuori i soldi in contanti, altrimenti prendiamo la bambina e le facciamo del male». Una sfida improponibile, dall'esito già scritto in partenza. Almeno così sembrava. Perché i banditi non avevano fatto i conti con il coraggio, la freddezza e la capacità dialettica della piccola, apparentemente la più innocua della famiglia. E invece è stata proprio lei ad incastrarli e a renderli inoffensivi. magari con un pizzico di fortuna: ma è anche vero che la fortuna bisogna andarsela a cercare. Esattamente quello che ha fatto la bambina, che non ha pianto, non ha urlato: ha invece trovato il coraggio di difendere mamma e papà affrontando i banditi. Dopo essersi fatti aprire due casseforti ne cercavano una terza, inesistente, dove pensavano fossero nascosti i contanti. La piccola è riuscita a convincerli che non esisteva, intavolando con freddezza una vera e propria trattativa: «Non abbiamo un'altra cassaforte, ma vi posso dare i miei giocattoli».

Una mezz'ora di terrore, ieri a tarda sera, in una bella villa con piscina di Parabiago (Milano): vittime dell'aggressione Roberto Zecca, 47 anni, odontotecnico ex pilota di auto GT, sua moglie e la loro bambina. Il padre è stato aggredito e percosso al volto, lui e la moglie sono stati legati e minacciati, ma la bimba ha incredibilmente tenuto testa ai banditi. Ha guadagnato tempo, e la fortuna ha premiato il suo coraggio. Una telefonata arrivata al cellulare di uno dei rapinatori - a chiamarlo è stato quasi certamente il "palo" della banda, che aveva notato una pattuglia delle forze dell'ordine in zona - ha fatto fuggire i rapinatori, che comunque sono riusciti a portarsi via un bottino di 50-60 mila euro: il valore di un orologio di marca e di alcuni gioielli trovati in due casseforti che Roberto Zecca era stato costretto ad aprire.

Tutto è cominciato alle 23.40, quando Zecca è uscito di casa per andare a gettare i rifiuti in un bidone in giardino. «All'improvviso - racconta - me li sono trovati davanti, quattro energumeni tra i 25 e i 35 anni. Parlavano correttamente l'italiano, ma avevano un'inflessione tipica dei Paesi dell'Est». Erano armati e mascherati con sottocaschi da moto neri. «Mi sono saltati addosso, e quando ho cercato di divincolarmi mi hanno dato due pugni in faccia». Pistola puntata alla tempia, è stato costretto a entrare in casa, ad aprire due casseforti e a consegnare orologio e gioielli. «Gli ho dato tutto quello che avevo, ma loro volevano i quattrini. Io, però, non ho l'abitudine di tenere contante in casa, se non per le piccole spese». Quelli insistevano: «Dov'è la terza cassaforte? Tira fuori il contante». Hanno aggredito anche la moglie, hanno tirato giù dal letto la bambina, poi hanno fatto a strisce un paio di lenzuola e hanno legato mani e piedi i genitori. Zecca era tenuto faccia a terra, non poteva nemmeno parlare: i quattro gli dicevano che avrebbero ammazzato sua figlia se non avesse aperto la terza cassaforte.

A quel punto è intervenuta la piccola: «No, adesso vi dico io, basta che voi lasciate vivi me, il mio papà e la mia mamma».
«E siccome i quattro non mi lasciavano parlare - racconta Zecca - la bambina si è rivolta alla mamma chiedendole se avevamo la terza cassaforte». La madre ha negato e quindi la piccola, rivolgendosi ai rapinatori, ha fatto una proposta: «Noi non abbiamo un'altra cassaforte, ma se volete vi posso dare i miei giocattoli». Un bandito è parso stare al gioco: «Ma sono vecchi o nuovi?», ha domandato. E lei: «Sono vecchi, perché ci ho giocato». E il rapinatore: «Allora non so che farmene». Mentre era in corso la trattativa è arrivata la telefonata che ha messo in fuga i quattro. «Se ne sono andati. Prima che intervenisse mia figlia, però, le cose si stavano mettendo veramente male - ha detto Zecca - Mia figlia è una grande, ci ha salvato la pelle».

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