matrimonio made in Scientology

mercoledì 15 novembre 2006
Le nozze Cruise-Holmes suscitano una curiosità: come si sposano gli adepti di Hubbard? Lo abbiamo chiesto al portavoce della Chiesa di Roma


All'insegna della libertà: così sarebbe il matrimonio made in Scientology a detta di Fabrizio D'Agostino, portavoce della Chiesa di Roma. Uno degli sposi o entrambi sono divorziati? No problem. La religione di Ron Hubbard non pone veto alcuno all'unione di persone che escono da altre esperienze matrimoniali.

Patti prematrimoniali con tanto di clausole che introducono penali in questo e quell'altro caso? «Decisioni personali», replica D'Agostino. Testimoni di nozze non adepti della Chiesa? «Una libera scelta», commenta D'Agostino.
Eventuale cerimonia di rito cattolico, prima di quella hubbardiana? «La Chiesa non è pregiudizialmente contraria», dice il portavoce della comunità romana. Inscindibilità dell'unione? «Non esiste una procedura per la scissione del legame», spiega D'Agostino.

Insomma, le nozze "così è se vi pare" benedette da Hubbard sono comode come un abito prêt à porter (e cosa non darebbe, Cruise, per indossare ora una comoda giacca, invece dell'abito da cerimonia disegnato da Armani che, ahi ahi!, gli tira sui fianchi e va riaccomodato, mentre la diligente Katie, che si dice sia stata messa a stecchetto dal futuro marito, si è presentata filiforme all'appuntamento della vita). Talmente prêt à porter, questo matrimonio, che uno, volendo, il "prete" se lo porta da casa. Per quanto, infatti, la sede capitolina di Scientology possa vivere con particolare partecipazione le nozze Cruise-Holmes, pure, fa sapere D'Agostino, la Chiesa di Roma non è stata in alcun modo contattata per la celebrazione del rito.

«Cruise avrà portato con sé dagli Stati Uniti i ministri officianti», dice D'Agostino, che non vuole commentare i dettagli relativi al «cammino spirituale del divo americano» e rubrica alla voce «sensazionalismo» tutte le stranezze attribuite alla fede religiosa di Mr. Mission impossible, dal suo presunto cibarsi della placenta dopo il parto, all'assurdo divieto imposto alla puerpera di cullare la neonata Suri.

«Tutto falso - puntualizza D'Agostino -: i dettami di Scientology raccomandano invece di crescere i figli in un clima affettuoso». E il famoso parto silenzioso? «Esagerazioni - minimizza D'Agostino -: in realtà il divieto, che riguarda la partoriente e tutti gli astanti, si riferisce a parole complete. La mamma può gridare quanto vuole, ma non deve pronunciare frasi, perché questo potrebbe influenzare il neonato».

Quanto deve durare il silenzio?, chiediamo. «Solo ed esclusivamente nel momento del parto». Insomma, ridotte al minimo sindacale le eccentricità di Scientology, il matrimonio secondo Hubbard è quanto di più prevedibile e normale si possa immaginare. «E' l'unione di due esseri spirituali - spiega D'Agostino -, uniti in un cammino comune di crescita». E fin qui, nulla di sorprendente: concetti che abbiam sentito, in fondo, conditi in altra salsa. Scambio degli anelli, quindi, testimoni, damigelle d'onore e promesse reciproche: tutto avviene secondo tradizione, eccezion fatta per la singolare formula di rito pronunciata dal ministro officiante.

«Le ragazze hanno bisogno di abiti, cibo, tenera felicità, collane, un pettine e, probabilmente, di un gatto» dice il celebrante, citando i "sacri testi" del Maestro, sul quale si è formato, nel corso di un cursus honorum che arriva all'"ordinazione sacerdotale". «Il che non significa - chiosa il portavoce della Chiesa romana - che Cruise debba davvero regalare un pettine e un gatto alla moglie, come s'è detto. Hubbard elenca semplicemente esempi di cura familiare e di tenerezza che lo sposo deve alla sposa».

E quando volano i piatti, che si fa? «Marito e moglie sono sollecitati a ripristinare l'accordo e l'armonia all'interno della coppia». Facile a dirsi, ma a farsi? «Gli adepti di Scientology fanno riferimento, in questi casi - dice D'Agostino -, al triangolo dell'ARC». Lui, lei, l'altra? Nossignore. Il suddetto triangolo, risolutore di tante crisi di coppia, non comporterebbe l'infiltrazione nella coppia di un terzo incomodo (perché fin qui, ci arrivano in tanti: da soli e senza suggerimenti "teologici").

Trattasi invece dei tre elementi interdipendenti di Affinità, Realtà e Comunicazione che, potenziati l'un altro grazie alle efficaci (ma non meglio precisate) tecniche varate da Hubbard, costituiscono insieme il "miracolo" della reciproca comprensione. Morale della storia: farsi una chiacchierata chiarificatrice dopo un bel litigio. «Prima di coricarsi - conclude infatti il portavoce di Scientology - i coniugi sono invitati a spiegarsi, appianando eventuali dissapori». Niente di nuovo sotto il sole, dunque.



Lorenza Provenzano

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