E' una notizia orribile quella che ricevono una sera una coppia di sposi di mezza età residenti a Los Angeles. La notizia è che il loro nipotino di 3 anni è stato ucciso dal fidanzato della figlia. La donna vive a Denver, nel cuore degli Stati Uniti. Il padre della ragazza, ovviamente distrutto al pensiero della morte del nipotino e delle condizioni della figlia, decide di mettersi immediatamente in viaggio per poterlo vedere un'ultima volta prima del funerale. L'uomo trova un volo che però fa tappa a Tucson, poi deve prendere una coincidenza per arrivare a Denver.
In stato confusionale per il dolore, l'uomo, arriva all'aeroporto di Los Angeles con due ore di anticipo. Nonostante questo, la lunga fila e le lungaggini per lo smistamento dei bagagli mettono l'uomo nelle condizioni di rischiare di perdere il volo. Inutili le richieste quasi in lacrime al personale affinché gli permetta di passare avanti nelle file dei controlli. Niente da fare. Sebbene perdere quel volo avrebbe significato per lui perdere l'ultima occasione di vedere il nipotino, nessuno si commuove per lui. I minuti passano e l'uomo riesce ad arrivare al suo terminal di partenza quando ormai sono passati diversi minuti dall'orario di partenza. E qui succede l'impensabile. Vede piloti e personale di servizio davanti al cancello d’imbarco. "E' lei Mark?" chiede uno dei piloti. Siamo addolorati per la perdita di suo nipote. Abbiamo tenuto l'aereo fermo per aspettarla". "Senza di me" dice il comandante del volo "l'aereo non parte e io sono qui ad aspettarla. Adesso si accomodi, la porteremo a destinazione".
In totale, il volo parte con soli dodici minuti di ritardo, ma la decisione del pilota è una decisione incredibilmente coraggiosa per chi fa quel tipo di lavoro. I piloti sono tenuti a far rispettare con la massima severità gli orari di partenza, le lamentele dei viaggiatori nei confronti delle compagnie aeree sono un lusso che esse non possono permettersi, pena la perdita dei clienti stessi. Una volta tornato a casa dal funerale, il signor Mark ebbe la curiosità di rivolgersi proprio alla compagnia aerea per sapere come avevano reagito alla decisione del comandante del volo di partire in ritardo. Non erano furiosi, anzi, gli dissero di essere orgogliosi di quanto il pilota aveva fatto: rivedere un nipote per l'ultima volta è decisamente più importante che far partire un aereo in orario, fu il loro commento.
L’aereo parte in ritardo per permettergli di vedere il nipotino morto
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Mia
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16:43
venerdì 21 gennaio 2011
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