"il tuo blog è fermo"
"ehi, ma non scrivi più"
"ma che fine hai fatto?"
"hai ancora un blog?"
"ehi, ma non scrivi più"
"ma che fine hai fatto?"
"hai ancora un blog?"
eggià eggià, sono sparita.
ma non è colpa mia!
da quando sto con twitter faccio fatica a mettere più di 140 caratteri tutti insieme.
deformazione professionale.
o twitteraholic se volete.
ma neanche tanto, sono solo 645.236esima in classifica.
penso più che altro che dipenda dalla possibilità di scrivere senza avere la pagina internet aperta (grazie a tweetdeck) e di poter non solo interagire velocemente con i miei amici, ma anche di poter scrivere senza il timore che la frase sia troppo breve o troppo ermetica.
un blog è un diario e un diario non può essere costituito solo da "ok, d'ora in poi sarò più cattiva" o "sempre bello bones".
ci sono però anche i lati negativi che valgono per twitter come per qualsiasi altro social network.
ovvero le persone che ti seguono solo per curiosare nella tua vita.
o le persone che ti scrivono solo per sapere determinati dettagli.
ancora peggio però è scoprire che certe persone che in pubblico si comportano in un modo, nel "privato" del social network si lasciano andare a linguaggi, azioni e fotografie di dubbio gusto.
negli ultimi due giorni ho tolto la mia stima ad almeno quattro persone, di cui una aveva il dovere di essere stimata da me (per la posizione che ricopre, non per altro).
è disgustoso come i social network possano portare a questo.
il problema è che non posso neanche smettere di seguirli o bloccarli.
siamo in internet, come io leggo loro loro leggono me.
leggere questo post e poi trovarsi unfollowed equivale a portare la polemica anche nella vita reale.
no grazie.
ma d'ora in poi potrei valutare l'ipotesi di diventare più cattiva.
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