Donne depresse? La causa è anche sociale: troppi compiti e aspettative

mercoledì 25 marzo 2009
Gli italiani depressi sono circa 15 milioni, il 25% della popolazione: un’ecatombe di serenità, il cui prezzo maggiore è pagato dalle donne, che rappresentano la maggioranza del totale. La depressione è una malattia vera e propria, ed è stimato che tra dieci anni sarà la seconda causa di invalidità del mondo sviluppato. Non solo, una persona su quattro, secondo i dati dell' Eurostat, soffrirà almeno una volta nella vita di un disturbo mentale. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità le femmine si ammalano di depressione da due a tre volte più dei maschi. Una donna su sei, dunque, deve fare in conti col male oscuro: incapacità di prendere decisioni, apatia, insonnia, irritabilità, difficoltà nei rapporti sessuali e sentimentali, ricerca della solitudine, perdita di interesse nei confronti della vita e degli altri.

Ma perché proprio le donne? I motivi, secondo gli esperti, sono di ordine metabolico e sociale. «Gioca un ruolo rilevante il fattore estroprogestinico, cioè il ciclo vitale femminile (gravidanza, post-partum, sindrome premestruale, menopausa), ma è più opportuno parlare di concause: da quelle genetiche ai fattori climatici stagionali fino a quelle di genere – sostiene Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze del Centro depressione donna del Fatebenefratelli di Milano -. Inoltre la depressione è in aumento rispetto al passato perché si è modificato il ruolo della donna all’interno della società, che la vede sempre più impegnata e, quindi, sottoposta a un forte stress fisico ed emotivo». Sotto accusa, secondo l’esperto, anche «il netto aumento della quantità di lavoro e di stress cui la donna è sottoposta, i disturbi del sonno sempre più frequenti soprattutto nelle grandi città, e l’escalation di episodi di violenza fra le pareti domestiche, uno dei fattori ad alto rischio».

I sintomi da tenere sotto controllo per riconoscere le prime avvisaglie? «Ansia, attacchi di panico, anoressia, bulimia, depressione post-partum sono i primi segnali da non sottovalutare per riconoscere in tempo il disturbo», sostiene Mencacci. Spesso le donne reagiscono alla pressione con l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol, «una concausa che la comunità scientifica sta osservando sempre di più nei nuovi casi di depressione». Risultato, una tragica reazione a catena che le rende schiave due volte: della malattia e del bicchiere (quando non del blister di pastiglie e sonniferi, o peggio ancora, della cocaina).

«Le donne non devono farsi sconfiggere da questa malattia, che può rendere la vita alienante. – ne è convinta Francesca Merzagora, Presidente dell'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna – le armi per affrontare la depressione esistono e sono efficaci, ma occorre conoscerne le cause e i segnali per affrontarla senza vergogna rivolgendosi a centri specializzati». O chiedendo aiuto a un numero verde ad estensione nazionale (800.274.274), nato per fornire sostegno psichiatrico a chi soffre di depressione, ma anche di ansia, attacchi di panico, anoressia, bulimia (Progetto Itaca - Osservatorio nazionale per la salute della donna).

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