mumble..

venerdì 26 ottobre 2007
Ok, molte, forse troppe le notizie di cui vorrei mettervi a conoscenza.
Quindi vi passo un link (
Festival del Cinema, in scena l'omaggio ai Beatles) e vi propongo una notizia importante che magari dovrebbe leggere anche Mia (che dopo questo mi licenzierà ^_^).

K.

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"Mal di internet", trance dissociativa e pc dipendenza
La rete è invasa da avatar nevrotici come gli "originali"

MILANO
L’ultima minaccia per la salute mentale? Arriva dal mondo della tecnologia. Trance dissociativa e “pc-dipendenza”, questi i sintomi che identificano i disturbi psichiatrici del ventunesimo secolo. In una parola: “mal di internet”. Una sindrome che colpisce un numero sempre più alto di appassionati del web. Parola di esperto.

A fare il punto sulle patologie degli internauti moderni è lo psichiatra Massimo di Giannantonio, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl di Chieti e docente all’università G. D’annunzio. Alcuni di questi disturbi, spiega, discendono dai processi proiettivi e identificativi che si mettono in atto quando si viaggia a lungo in dimensioni “parallele” rispetto alla realtà. Dinamiche facilitate dalla costruzione ad hoc di alter ego virtuali, gli avatar, oppure dall’immedesimazione con i diversi personaggi che popolano il web.

Rifugiarsi nella rete può essere rischioso, avverte di Giannantonio. Uno dei casi più ricorrenti è l’identificazione totale con un’”eroe virtuale” che porta soggetti già disturbati a perdere il controllo nella vita reale. In termini tecnici si chiama “trance dissociativa da videoterminale”: una patologia del tutto nuova che scatta con l’utilizzo prolungato del mezzo informatico. «Il problema della navigazione virtuale - spiega lo psichiatra - è che mina il contatto con la realtà e genera un’esplosione del senso di onnipotenza, dovuta all’assenza di limiti anagrafici, geografici, contestuali».

Il discriminante è senz’altro il numero di ore trascorse davanti al computer. Il mondo tecnologico, osserva di Giannantonio, è un serbatoio di disturbi inediti: «L’associazione degli psicologi americani, per esempio, ha individuato la cosiddetta Iad, Internet addiction disorder, sviluppando scale psico-diagnostiche per il grado di dipendenza e di astinenza dall’utilizzo del computer».

Gli studiosi degli States si sono concentrati sull’esistenza di fattori di rischio che potrebbero portare a stati psico-patologici gravi. «Si può parlare di un legame preciso fra lo sviluppo adolescenziale di una persona, l’insuccesso, l’utilizzo di sostanze eccitanti - da quelle più innocue come il caffè alle droghe vere e proprie - la vulnerabilità e le difficoltà nella competizione e nell’inserimento nel gruppo dei pari», avverte l’esperto. Il segreto per non farsi risucchiare dalla rete? «Basta solo che la costruzione di un avatar sia finalizzata a disegnare realtà diverse, non migliori. Un’aspirazione simile è positiva - conclude - perchè permette di esplorare parti sconosciute di sé, senza perdere di vista la vita di tutti i giorni».

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