ma dove stiamo arrivando??

mercoledì 17 ottobre 2007
La morte della bimba attribuita in un primo tempo a un incidente si rivela poi un omicidio
"Ho ammazzato mia figlia spingendola dal balcone"
Meo Ponte

L´intuizione del pm porta alla svolta choc

VINOVO - Ci vogliono otto ore e mezzo per scoprire il terribile segreto di Giuseppina Griffo. Lei e il marito arrivano alla stazione dei carabinieri di Vinovo alle 9,30. Marco Gianoglio, il magistrato a cui è stato affidato il caso, ha fatto le ore piccole lunedì notte ascoltando il rapporto dei carabinieri e il suo intuito lo ha fatto dubitare sin dal primo momento che Melania sia caduta accidentalmente. Ieri mattina, quindi, per prima cosa telefona ai carabinieri: «Chiamate i genitori di quella povera bimba. Voglio ascoltare bene il loro racconto». Per tutti a quell´ora la morte della piccola Melania è ancora un tragico incidente. Il fatto che Giuseppina Griffo, invece di telefonare subito dopo la caduta della figlia al 118 (avvertito dai dirimpettai), abbia telefonato alla madre, è attribuito allo choc conseguente alla tragedia. I carabinieri però hanno già saputo che Giuseppina soffre da anni di cupe depressioni, che è stata dapprima in cura all´Asl di Vinovo e poi si è affidata a uno psichiatra di Torino. Che ogni giorno per calmare le sue ansie deve ricorrere a pasticche e ad un ansiolitico in gocce. In più gli investigatori hanno scoperto che proprio lunedì Giuseppina ha telefonato allo studio dello psichiatra torinese per un appuntamento e che, non avendolo trovato, gli ha lasciato un messaggio in segreteria.
Sono le 10 quando finalmente s´inizia l´interrogatorio della donna. Lei ripercorre la sera di lunedì. Racconta di Melania e di quella sua brutta abitudine di salire sulla sedia per sporgersi dal balcone e aspettare il rientro a casa del padre da Mirafiori. E cade nelle prime contraddizioni: prima dice di essere stata in cucina a lavare i piatti, poi in un´altra parte della casa. Prima spiega di essere corsa sul balcone per fare scendere Melania dalla sedia, poi aggiunge di non ricordare. Quando il pm le chiede se lei soffre di depressione, se è in cura da qualche psichiatra, lei nega con sdegno: «No, io sto benissimo».
Più tardi però ammette: «A volte il mondo sembra crollarmi addosso e mi sento precipitare in un buco nero. In quei momenti ho dei cattivi pensieri. Pensieri di cui mi vergogno e che mi fanno stare tanto male...». È la prima breccia nel muro di dolore che Giuseppina Griffo oppone a carabinieri e magistrato. E mentre le ore passano da quel primo spiraglio filtrano altre verità. Giuseppina ricostruisce la sua vita in famiglia, le difficoltà di arrivare a fine mese con lo stipendio da operaio di Angelo, il marito che si spacca la schiena a Mirafiori, i suoi tentativi di arrotondare facendo le pulizie dove capita, le crisi di quel suo malessere misterioso, le bizze di Melania che sembrano catalizzare la sua rabbia. A tratti piange Giuseppina, ma in un certi momenti il suo volto si irrigidisce in una maschera di pietra e le sue parole risuonano fredde nella stanza della caserma di Vinovo.
Sono le 17 quando dice: «Io Melania l´ho vista cadere. Era riuscita a salire sulla balaustra, senza rendersi conto del pericolo. Sono corsa sul balcone, le ho tolto la sedia di sotto, ho tentato di prenderla nelle braccia. È scivolata giù...». È il momento che il pm ha atteso sin dal mattino. Ora il magistrato può chiederle: «È sicura di aver spostato la sedia, signora? Noi l´abbiamo trovata ancora attaccata alla ringhiera e nessuno ha toccato nulla sul balcone da lunedì sera. Come lo spiega?». Giuseppina crolla. «L´ho spinta io Melania. Non so perché. un impulso improvviso, non ce la facevo più. Non pensavo che finisse in quel modo». La tragica verità, pur intuita, lascia tutti esterrefatti. Il pm Gianoglio mormora: «È la terribile storia di una tragedia familiare». Il colonnello Antonio De Vita, comandante provinciale dei carabinieri, aggiunge: «Che si può dire di una madre che ha perso la figlia in quel modo?». Entrambi sanno di aver scoperto un delitto, ma avrebbero preferito che i loro sospetti si rivelassero infondati. Alle 18 Giuseppina Griffo è trasferita a Moncalieri, comando Compagnia. L´ avvocato Gianluigi Datta l´assiste quando conferma la confessione fatta a Vinovo.

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